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I robot possono mentire
me l'ha detto una stella
cadente,
sotto questo cielo grigio
fiumi di pioggia rossa,
lo stesso come vivere
sulle strade fantasma
dell'Arizona,
i robot fanno la spola
sul web dei peccatori.
In questo coma digitale
c'è una notte ciclica
e un giorno igienico,
e tutto è un sogno etnico
un gioco anemico
tra quadrupedi eretici
e donne esotiche,
i robot ballano il twist
su di una canzone
anni sessanta di Peppino
di Capri.
Blu è la voce di Dio
che promette guarigioni
e liberazione dai mali
del mondo,
niente di nuovo sulla stella
Polare,
solo un flusso atomico
di un riso circolare,
atomic time sulle sponde
del Gange, dove l'ancella
della sera ancora prega.
Gli androidi sono impazziti
l'intelligenza artificiale
ha messo in cortocircuito
i loro neuroni,
è rimasto solo un bambino
che disegna la Terra
vista con i suoi occhi ancora
ingenui, e gentili.